Per agenesia si intende la mancanza congenita di un elemento dentale. Si possono osservare agenesie singole e multiple, sia in dentizione decidua che permanente. In caso di agenesia di un elemento deciduo, il corrispondente permanente sarà sicuramente mancante.

Gli elementi dentali maggiormente interessati dall’agenesia (se si escludono i denti del giudizio) sono i secondi premolari inferiori e gli incisivi laterali superiori.

Quando l’agenesia interessa solo la serie dei denti permanenti, si osserverà in arcata la persistenza dei corrispondenti elementi decidui, ben oltre l’epoca presunta della loro esfoliazione (caduta). Ciò accade perchè in natura ed in condizioni normali, il riassorbimento degli elementi decidui avviene per azione degli omologhi elementi permanenti la cui eruzione, via via che i denti si spostano all’interno dell’osso verso la superficie, “mangia” letteralmente le radici dei denti da latte; mancando l’elemento permanente, il dente deciduo non verrà riassorbito e rimarrà in arcata (anche se la durata nel tempo di un dente deciduo, pur integro, è solitamente minore rispetto a quella di un dente permanente).

La paziente in fig.1 presenta agenesia dei secondi incisivi laterali superiori e degli incisivi centrali inferiori permanenti; di questi ultimi i corrispettivi decidui sono ancora in arcata. Si può osservare, sul lato destro della bocca (a sinistra nell’immagine), la contemporanea presenza del canino superiore deciduo e del canino superiore permanente (erotto solo parzialmente ed “incastrato” dietro al laterale inferiore): l’assenza degli incisivi laterali superiori permanenti, infatti, ha reso possibile l’eruzione del canino permanente di un lato nello spazio normalmente riservato ad uno dei due elementi mancanti, senza che si verificasse il riassorbimento della radice del canino deciduo, che è potuto quindi permanere in arcata senza dare segni di mobilità.

agenesia laterali superiori

fig.1

In caso di perdita dell’elemento deciduo privo del corrispondente permanente, o nel caso di mancanza congenita anche del dente deciduo, si osserverà la presenza di spazio in eccesso in corrispondenza dell’agenesia.

L’agenesia degli incisivi laterali superiori (sia mono– che bilaterale), a causa del suo impatto estetico, spinge spesso un paziente a richiedere un trattamento ortodontico. Le strade terapeutiche percorribili in questi casi sono sostanzialmente due:

  1. chiusura ortodontica degli spazi dell’agenesia con mesializzazione dei canini e degli altri elementi posteriori.
  2. apertura ortodontica degli spazi dell’agenesia con sostituzione degli incisivi laterali per mezzo di impianti.

Nel primo caso, i canini prendono il posto degli incisivi laterali mancanti. I canini permanenti, con la loro forma grossolanamente conica ed il colore tendente al giallo, sono ben diversi rispetto agli incisivi laterali, quindi per esigenze estetiche può essere effettuata un’odontoplastica che camuffi la morfologia dei canini il più possibile, così da avvicinarne l’aspetto a quello di un incisivo.

Nel secondo caso, l’apparecchiatura ortodontica lavorerà allo scopo di riaprire gli spazi destinati agli incisivi mancanti, con il fine ultimo di inserirvi degli impianti. Questa seconda procedura è altrettanto legittima anche se bisogna tenere presente che, per l’inserimento degli impianti che recheranno gli incisivi di sostituzione, sarà necessario attendere il termine della crescita del paziente (ovvero non prima dei 18–20 anni di età), per evitare che un’ulteriore sviluppo osseo mascellare possa “inglobare” parzialmente gli impianti precedentemente posizionati (durante la crescita, l’osso si modifica nelle tre dimensioni ma l’impianto non ha la capacità di “seguirlo” adattandosi ad esso, come succede invece per i denti naturali).

In fig.2 ho messo in evidenza (cerchiato di verde) il secondo molare deciduo di una paziente di 11–12 anni (che non presenta comunque alcuna agenesia dentale). Si può notare come la dimensione, soprattutto in termini di larghezza, di questo dente da latte sia sensibilmente maggiore del corrispondente dente permanente che lo sostituirà (si prenda come termine di paragone il secondo premolare sul lato sinistro della foto).

Laddove i denti permanenti sono mediamente più grandi dei loro omologhi decidui, i secondi premolari inferiori rappresentano invece l’eccezione a questa regola. È chiaro che la persistenza di uno o di entrambi i secondi molaretti decidui in arcata, a causa dell’agenesia di uno o di entrambi i secondi premolari permanenti, produrrà una riduzione complessiva dello spazio in arcata per l’allineamento degli altri elementi.

molare deciduo

fig.2