Si parla di morso aperto quando, con le arcate dentarie in occlusione, sono presenti spazi dovuti al mancato contatto fra elementi dell’arcata superiore ed elementi dell’arcata inferiore (fig.1).

fig.1

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Un morso aperto si sviluppa più tipicamente nella parte anteriore della bocca, ossia fra incisivi superiori ed inferiori, i quali non trovano un contatto a bocca chiusa; in alcuni casi si può avere la presenza di un morso aperto anche nei settori posteriori, mono– o bilateralmente (fig.2).

fig.2

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Cause frequenti che conducono all’instaurarsi di un morso aperto (open bite, in inglese) sono l’abitudine al succhiamento delle dita o a frapporre oggetti tra le arcate (ad esempio penne e matite), l’interposizione della lingua fra i denti al momento della deglutizione e durante la fonazione e anche cause genetiche che comportino, ad esempio, una crescita ossea non equilibrata fra altezze posteriori ed anteriori o dimensioni linguali eccessive (macroglossia).

La tempestività con cui si affronta la problematica del morso aperto in un bambino è un aspetto cruciale ai fini della sua risoluzione: le cause che portano al morso aperto, infatti, specie quelle provocate da fattori esterni e da abitudini viziate, tendono ad orientare lo sviluppo osseo del piccolo paziente in senso sfavorevole, mantenendo o peggiorando questa apertura fra le arcate fintantochè la causa persiste. È quindi molto importante intervenire prima che il potenziale di crescita del bambino si esaurisca o sia prossimo a farlo; in caso contrario, non si riuscirebbe a porre rimedio all’errato modello di crescita semplicemente guidandone l’evoluzione successiva mediante terapia ortodontica funzionale, bensì ci si troverebbe a dover operare su basi scheletriche ormai scarsamente o per nulla modificabili, limitando di molto le possibilità di una completa risoluzione del problema.

Un altro aspetto da sottolineare è il fatto che morso aperto ed interposizione linguale (deglutizione atipica) tendono a perpetuarsi vicendevolmente: la presenza di un’apertura fra i denti anteriori obbliga infatti la lingua a chiuderla interponendosi fra i denti (cosa che favorisce il morso aperto), al fine di creare un sigillo orale che permetta al bolo alimentare di essere deglutito (fig.3).

fig.3

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La terapia del morso aperto nei pazienti in fase di sviluppo si basa sull’impiego di apparecchiature che impediscano l’interposizione linguale (ad esempio una griglia fissa) ed il perpetuarsi di eventuali abitudini viziate, permettendo così ai mascellari di svilupparsi correttamente; il tutto avviene, di solito, senza introdurre forze ortodontiche esterne ma semplicemente eliminando quelle dannose per lo sviluppo. Qualora si rilevasse, anche a seguito della risoluzione del morso aperto, la persistenza di un modello di deglutizione e/o di fonazione alterata, bisognerebbe prendere in considerazione la logopedia per il ripristino della corretta funzionalità linguale.

Il trattamento di un morso aperto anteriore di un paziente in età adulta o comunque a fine crescita è decisamente più complesso. Nei casi più gravi può essere indicata la chirurgia maxillo–facciale per rimodellare e riposizionare le basi ossee, mentre nel caso di morsi aperti di più lieve entità si può intervenire a livello dentale, con una combinazione di estrusione dei denti anteriori ed intrusione di quelli posteriori che camuffi la problematica scheletrica ottenendo un sigillo dentale. Questa seconda strada comporta tuttavia limitazioni riguardo all’entità degli spostamenti dentali che si possono ottenere e soprattutto tende a non essere stabile nel tempo, con forti rischi che il morso aperto recidivi.